1. |
Inverno
04:01
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È arrivato, è già qui, dalle Alpi tra i valichi
e giù a valle i diavoli sono scesi con lui
Ed il vento già sibila che l'inverno sarà.
La vipera e il ghiro in un lento respiro,
nella notte che inghiotte orsi e marmotte,
con narici allargate e lo stomaco stretto,
sentono che è arrivato per portare via tutto.
E un silenzio di piume, una fuga lontana
Tra lo specchio del fiume, via dal gelo, e la brina
mentre il sole s'arrende al suo passo che giunge.
Divora di ora in ora, divora ancora e ancora.
Nel torpore di ossa che fa chiudere gli occhi
per chi resta e s’appiatta dentro tane e a fossi
Il sonno invaderà gli occhi nel letargo confine
Tra la vita e la morte di un oblio senza fine.
Scende inverno, cala inverno e riposa la terra
E la vita s'afferra alle spine, alle radici
Che la neve proteggerà fino all'ultimo fiato
finché a un tratto saprai che l'inverno è passato.
Lunga notte. Lunga notte. Lunga notte. Lunga notte.
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2. |
I lupi
02:27
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questa notte la luna
riempirà il cielo scuro e i nostri occhi
questa notte la paura
lascerà il posto ai suoi occhi
canteremo la malinconia,
parleremo di un mondo che ci caccia sempre via,
della nostra nostra sete, dei nostri sentieri, di noi due
e tu unica gioia mia
siamo i lupi amore mio.
e lo puoi sentire anche tu
quello che diciamo alle stelle.
Le galassie perse nel blu
sanno a memoria le canzoni più belle.
Siamo un branco sempre in movimento
e nessuno accarezza mai il pelo arruffato dal gelido vento
figli assetati di regina luna, io e te,
figli tenuti in bocca dalla fortuna
siamo i lupi amore mio, siamo i lupi amore mio.
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3. |
L'ultima volpe
04:07
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Cuore di volpe giocava
e ai suoi piccoli molti segreti insegnava
e con la luna della sera
parlava di fughe e uomini col fucile.
Giù a valle stavolta non ci voleva andare
ma ai morsi della fame non si può scappare.
il guaìre la spinse a cercare
galline al riparo tra i recinti delle case.
Quando scese la sera
la luna sulla neve il suo argento spargeva,
tra il bosco e la radura,
dove il confine pareva di spine,
prese coraggio pensando a chi aspettava.
Qualche balzo bastò per allontanare
fame e paura e i giorni da affrontare.
Tinse labbra e neve di rosso colore.
Riflesso d’argento sulla neve
e forse la stanchezza del suo passo a trascinare
le impedirono di evitare
lo scatto spietato dei denti di tagliola.
Cuore di volpe, occhi alla luna,
scorse una lacrima bianca d'opale
di quella complice così lontana
che ancora racconta di trappole e uomini col fucile.
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4. |
Primavera
03:50
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si risvegliano i sensi e le pupille
bocche di leone e le primule.
Guarda verso il mare, sentine l'odore
e le nuvole velocissime.
Guarda in alto, alza gli occhi Maria
ascolta il cuculo, la cincia, l’usignolo.
E la rondine sotto il tetto di casa
e le rondini che anche Lucio cantava.
Primavera, primavera.
Vorrei essere dentro a un sogno che fai
poter prenderti e portarti con me
oltre gli alberi, in laguna e più il là
oltre le stagioni ove sempre sarà
primavera...
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5. |
Il merlo
03:48
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me ne stavo silenzioso e solo sul mio divano,
me ne stavo pensieroso e molto deluso.
Il soffitto e i muri che celavano il cielo,
e nel quadro quella donna che sembravi tu…
Sei lontana, sei vicina, che importa: tu mi hai lasciato
e le cose della vita mi hanno abbattuto.
Ma dalla finestra aperta sulla dolce e fresca sera
un canto insiste e ricorda che è già primavera
Caro amico merlo canta così!
Merlo merlo merlo cantala sì!
anche se il tuo vestito è nero come la notte,
il tuo becco è giallo come il sole!
Lei ti guarda, lei ti ascolta, viene vicina,
lei che prima era da sola, un'anima in pena,
neanche il riflesso di una vetrina la consolava
guarda ora che sorriso al tuo cantare.
Caro amico merlo canta così!
Merlo merlo merlo cantala sì!
anche se il tuo vestito è nero come la notte,
il tuo becco è giallo come il sole!
anche se il tuo vestito è nero come la notte,
il tuo becco è giallo come il sole!
Merlo, merlo, merlo canta così.
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6. |
Estate
04:13
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Ero immobile sulla pietra
sotto il sole che dà vita,
che regala il suo calore,
sopra il muro di una casa,
quando un gatto lì nascosto
mi ha sorpreso e, per diletto,
mi ha rincorso e ha staccato
la mia coda di cristallo
Sotto il sole di un’estate,
per giocare, maltrattare.
Sotto il sole, sotto il sole,
per salvarmi ho fatto finta di morire.
La mia coda preda al gatto.
Le sue scosse lo han distratto.
E ad un tratto son fuggita,
dai suoi occhi son sparita
in un buco di tombino
ho messo in salvo questa pelle mia ferita.
Ma domani, dal mattino,
nutrirò questo mio corpo, questa vita.
Sotto il sole, sotto il sole,
dissetare e saziare
queste squame d’oltremare,
e scaldare il sangue dentro alle mie vene,
e scaldare il sangue antico del mio cuore…
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7. |
Baco da seta
05:38
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darò un nome ai colori
e alle ali l'abito
come seta di alcova
sete di amanti calmerà.
Ma sulla foglia di un gelso è
più difficile attendere.
Intrecciare le mie corde alle tue,
Risalire le tenebre
“poi vedrai sceglierai le mie ali
anche in mezzo a satelliti e soli, o girandole e dei.
Vestirai di coralli e di fiori
seguirai i miei salti e i miei voli
fuori dalla realtà della quotidianità”
Ma lei non ci credeva
la tua è solo vanità
mentre lui dipingeva
viaggi iperrealistici
“via da qui cosa troverai?
grande è il cielo, lo sai.”
Ma appena chiusero gli occhi
colpo d’ali e non eran più lì.
“poi vedrai sceglierai le mie ali
anche in mezzo a satelliti e soli, o girandole e dei
vestirai di coralli e di fiori
seguirai i miei salti e i miei voli
luce dentro sarà, niente ci spaventerà.”
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8. |
Mantide
03:45
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La storia che vi racconterò
è vecchia quanto il mondo ma lui la dimenticò.
Il vento che sul fuoco sputò,
quel giorno non lo spense ma lo alimentò.
Lei era di spalle quando la intravvide,
e appena si voltò gli sorrise
e in un attimo tutto smise.
Accadde tra gli alberi e le rose.
Lui voleva prenderla e lei si voltò
il gesto, il suo profumo lo travolsero.
Lei capì subito che era l'uomo giusto
quando a quella musica a seguirla fu lesto.
Incurante di tutti i presenti
si tolse le scarpe e sciolse i capelli.
All'unico sì del primo appuntamento
lui non fece caso al suo presentimento.
L'alba apocalittica giunse fin là
coi suoi colori accesi e insegne da bar
ad annunciare a tutti il giorno che verrà
a dire al vecchio mondo che nuova vita sarà.
Lei sfilò le calze e piano si spogliò,
lui si avvicinò e fu lì che sbagliò.
E la vide bella e se ne innamorò
ma lei era mantide e lo divorò.
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9. |
Civetta
03:14
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10. |
Autunno
03:04
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Portaci inganno autunno stregone
col tuo carrozzone di miracoli al mondo.
Leva dal cappello di foglie scarlatte
grappe di bacche, lunga e fredda è la notte.
Portaci spavento con bagliori di zucche
mani di rami nelle tue nebbie fitte.
Tronchi e cortecce scavati da bocche
per noi appesi come foglie secche.
Tieni le radici aggrappate alla terra,
Tieni la terra aggrappata alla vita.
Tieni la vita aggrappata all'inganno,
Dell'autunno il dolce inganno.
Portaci l'incanto di una piccola estate,
tieni distante le brine e le brume
Leva dal mantello di ricci e castagne
il dolce profumo di mele cotogne.
Tieni le radici aggrappate alla terra
Tieni la terra aggrappata alla vita
Tieni la vita aggrappata all'inganno
Dell'autunno il dolce inganno.
Portaci giuggiole e caldarroste,
melegrane e damigiane colme di mosto,
portaci noci e dolci castagne,
portaci inverno dalle montagne.
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11. |
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Tu che porti calore di fuoco
Che hai scaldato il mio cuore fiaccato
Tra betulle, castagni ed abeti
All’anima mia sola hai guardato
Tu che hai visto la mia sorte.
L’uomo vuole la mia morte.
Era autunno ed il Ginkgo piangeva
E la salamandra muta ascoltava
Ciò che l’albero non accettava,
l’insolenza di chi l’accusava
di aver foglie avvelenate
per le pecore affamate
E regalo a te alla tua pelle nera
queste lacrime ora che viene sera,
cara dolce salamandra.
Solo lei poteva capire
Lei da sempre costretta a portare
delle dicerie il peso grave
e nel passo un timore lieve.
da lei piccola creatura
l’alberello tolse la paura
E regalo a te alla tua pelle nera
Queste lacrime ora che viene sera.
Foglie piccole, gialle come veleno
Perché almeno da te l’uomo stia ben lontano
Cara dolce salamandra
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12. |
Il lombrico e la talpa
02:50
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sotto gli orti ed i cortili dove il sole non arriva
e anche il suo calore è debole
si racconta di una leggenda per scaldar la sera fredda
di fortuna e di imparzialità,
e si dice di una talpa assassina e dispettosa
che non conosceva limiti e pietà.
Ed a quelli che incontrava un ritornello canticchiava
per togliere imbarazzo alla perplessità:
Scavo dentro ai tuoi segreti, scavo in fondo alle paure
scavo nella terra buona e fertile.
Scavo per cercar radici, grillitalpa ed i lombrichi
la fortuna è cieca quasi quanto me.
ma il lombrico per la terra è prezioso come l'oro
e gli dei si preoccuparono.
Diedero all’animale una moltiplicazione
delle possibilità.
Così se lo fanno a pezzi lui non perde la speranza,
in ogni pezzo vita nuova ci sarà,
e tutt’ora canta allegro un ritornello di risposta
alla talpa che lo incontrerà:
Scavo dentro ai tuoi segreti ed in fondo alla paura
faccio diventar la terra fertile.
Scavo fra le tue radici, talpe e topi son nemici
ma la mia fortuna è poter rinascere.
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leo miglioranza Italy
Leo Miglioranza è un cantautore italiano.
Nel 2004 pubblica Di me e di voi, seguito da "‘Ndemo xente", del 2009 e da "Il
dono" del 2012. Ha vinto il premio VxL, una canzone per Amnesty,
sezione emergenti con Na coeomba
bianca.
Inoltre, la canzone Ndemo xente, vince il
premio Miglior Testo nell’edizione 2014
del premio Andrea Parodi, a Cagliari.
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