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Bestie

by Leo Miglioranza

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alkant bello, come tutti i lavori di Leo, uno degli autori più intelligenti della canzone d'autore italiana e .... Voce per eccellenza.
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1.
Inverno 04:01
È arrivato, è già qui, dalle Alpi tra i valichi e giù a valle i diavoli sono scesi con lui Ed il vento già sibila che l'inverno sarà. La vipera e il ghiro in un lento respiro, nella notte che inghiotte orsi e marmotte, con narici allargate e lo stomaco stretto, sentono che è arrivato per portare via tutto. E un silenzio di piume, una fuga lontana Tra lo specchio del fiume, via dal gelo, e la brina mentre il sole s'arrende al suo passo che giunge. Divora di ora in ora, divora ancora e ancora. Nel torpore di ossa che fa chiudere gli occhi per chi resta e s’appiatta dentro tane e a fossi Il sonno invaderà gli occhi nel letargo confine Tra la vita e la morte di un oblio senza fine. Scende inverno, cala inverno e riposa la terra E la vita s'afferra alle spine, alle radici Che la neve proteggerà fino all'ultimo fiato finché a un tratto saprai che l'inverno è passato. Lunga notte. Lunga notte. Lunga notte. Lunga notte.
2.
I lupi 02:27
questa notte la luna riempirà il cielo scuro e i nostri occhi questa notte la paura lascerà il posto ai suoi occhi canteremo la malinconia, parleremo di un mondo che ci caccia sempre via, della nostra nostra sete, dei nostri sentieri, di noi due e tu unica gioia mia siamo i lupi amore mio. e lo puoi sentire anche tu quello che diciamo alle stelle. Le galassie perse nel blu sanno a memoria le canzoni più belle. Siamo un branco sempre in movimento e nessuno accarezza mai il pelo arruffato dal gelido vento figli assetati di regina luna, io e te, figli tenuti in bocca dalla fortuna siamo i lupi amore mio, siamo i lupi amore mio.
3.
Cuore di volpe giocava e ai suoi piccoli molti segreti insegnava e con la luna della sera parlava di fughe e uomini col fucile. Giù a valle stavolta non ci voleva andare ma ai morsi della fame non si può scappare. il guaìre la spinse a cercare galline al riparo tra i recinti delle case. Quando scese la sera la luna sulla neve il suo argento spargeva, tra il bosco e la radura, dove il confine pareva di spine, prese coraggio pensando a chi aspettava. Qualche balzo bastò per allontanare fame e paura e i giorni da affrontare. Tinse labbra e neve di rosso colore. Riflesso d’argento sulla neve e forse la stanchezza del suo passo a trascinare le impedirono di evitare lo scatto spietato dei denti di tagliola. Cuore di volpe, occhi alla luna, scorse una lacrima bianca d'opale di quella complice così lontana che ancora racconta di trappole e uomini col fucile.
4.
Primavera 03:50
si risvegliano i sensi e le pupille bocche di leone e le primule. Guarda verso il mare, sentine l'odore e le nuvole velocissime. Guarda in alto, alza gli occhi Maria ascolta il cuculo, la cincia, l’usignolo. E la rondine sotto il tetto di casa e le rondini che anche Lucio cantava. Primavera, primavera. Vorrei essere dentro a un sogno che fai poter prenderti e portarti con me oltre gli alberi, in laguna e più il là oltre le stagioni ove sempre sarà primavera...
5.
Il merlo 03:48
me ne stavo silenzioso e solo sul mio divano, me ne stavo pensieroso e molto deluso. Il soffitto e i muri che celavano il cielo, e nel quadro quella donna che sembravi tu… Sei lontana, sei vicina, che importa: tu mi hai lasciato e le cose della vita mi hanno abbattuto. Ma dalla finestra aperta sulla dolce e fresca sera un canto insiste e ricorda che è già primavera Caro amico merlo canta così! Merlo merlo merlo cantala sì! anche se il tuo vestito è nero come la notte, il tuo becco è giallo come il sole! Lei ti guarda, lei ti ascolta, viene vicina, lei che prima era da sola, un'anima in pena, neanche il riflesso di una vetrina la consolava guarda ora che sorriso al tuo cantare. Caro amico merlo canta così! Merlo merlo merlo cantala sì! anche se il tuo vestito è nero come la notte, il tuo becco è giallo come il sole! anche se il tuo vestito è nero come la notte, il tuo becco è giallo come il sole! Merlo, merlo, merlo canta così.
6.
Estate 04:13
Ero immobile sulla pietra sotto il sole che dà vita, che regala il suo calore, sopra il muro di una casa, quando un gatto lì nascosto mi ha sorpreso e, per diletto, mi ha rincorso e ha staccato la mia coda di cristallo Sotto il sole di un’estate, per giocare, maltrattare. Sotto il sole, sotto il sole, per salvarmi ho fatto finta di morire. La mia coda preda al gatto. Le sue scosse lo han distratto. E ad un tratto son fuggita, dai suoi occhi son sparita in un buco di tombino ho messo in salvo questa pelle mia ferita. Ma domani, dal mattino, nutrirò questo mio corpo, questa vita. Sotto il sole, sotto il sole, dissetare e saziare queste squame d’oltremare, e scaldare il sangue dentro alle mie vene, e scaldare il sangue antico del mio cuore…
7.
Baco da seta 05:38
darò un nome ai colori e alle ali l'abito come seta di alcova sete di amanti calmerà. Ma sulla foglia di un gelso è più difficile attendere. Intrecciare le mie corde alle tue, Risalire le tenebre “poi vedrai sceglierai le mie ali anche in mezzo a satelliti e soli, o girandole e dei. Vestirai di coralli e di fiori seguirai i miei salti e i miei voli fuori dalla realtà della quotidianità” Ma lei non ci credeva la tua è solo vanità mentre lui dipingeva viaggi iperrealistici “via da qui cosa troverai? grande è il cielo, lo sai.” Ma appena chiusero gli occhi colpo d’ali e non eran più lì. “poi vedrai sceglierai le mie ali anche in mezzo a satelliti e soli, o girandole e dei vestirai di coralli e di fiori seguirai i miei salti e i miei voli luce dentro sarà, niente ci spaventerà.”
8.
Mantide 03:45
La storia che vi racconterò è vecchia quanto il mondo ma lui la dimenticò. Il vento che sul fuoco sputò, quel giorno non lo spense ma lo alimentò. Lei era di spalle quando la intravvide, e appena si voltò gli sorrise e in un attimo tutto smise. Accadde tra gli alberi e le rose. Lui voleva prenderla e lei si voltò il gesto, il suo profumo lo travolsero. Lei capì subito che era l'uomo giusto quando a quella musica a seguirla fu lesto. Incurante di tutti i presenti si tolse le scarpe e sciolse i capelli. All'unico sì del primo appuntamento lui non fece caso al suo presentimento. L'alba apocalittica giunse fin là coi suoi colori accesi e insegne da bar ad annunciare a tutti il giorno che verrà a dire al vecchio mondo che nuova vita sarà. Lei sfilò le calze e piano si spogliò, lui si avvicinò e fu lì che sbagliò. E la vide bella e se ne innamorò ma lei era mantide e lo divorò.
9.
Civetta 03:14
10.
Autunno 03:04
Portaci inganno autunno stregone col tuo carrozzone di miracoli al mondo. Leva dal cappello di foglie scarlatte grappe di bacche, lunga e fredda è la notte. Portaci spavento con bagliori di zucche mani di rami nelle tue nebbie fitte. Tronchi e cortecce scavati da bocche per noi appesi come foglie secche. Tieni le radici aggrappate alla terra, Tieni la terra aggrappata alla vita. Tieni la vita aggrappata all'inganno, Dell'autunno il dolce inganno. Portaci l'incanto di una piccola estate, tieni distante le brine e le brume Leva dal mantello di ricci e castagne il dolce profumo di mele cotogne. Tieni le radici aggrappate alla terra Tieni la terra aggrappata alla vita Tieni la vita aggrappata all'inganno Dell'autunno il dolce inganno. Portaci giuggiole e caldarroste, melegrane e damigiane colme di mosto, portaci noci e dolci castagne, portaci inverno dalle montagne.
11.
Tu che porti calore di fuoco Che hai scaldato il mio cuore fiaccato Tra betulle, castagni ed abeti All’anima mia sola hai guardato Tu che hai visto la mia sorte. L’uomo vuole la mia morte. Era autunno ed il Ginkgo piangeva E la salamandra muta ascoltava Ciò che l’albero non accettava, l’insolenza di chi l’accusava di aver foglie avvelenate per le pecore affamate E regalo a te alla tua pelle nera queste lacrime ora che viene sera, cara dolce salamandra. Solo lei poteva capire Lei da sempre costretta a portare delle dicerie il peso grave e nel passo un timore lieve. da lei piccola creatura l’alberello tolse la paura E regalo a te alla tua pelle nera Queste lacrime ora che viene sera. Foglie piccole, gialle come veleno Perché almeno da te l’uomo stia ben lontano Cara dolce salamandra
12.
sotto gli orti ed i cortili dove il sole non arriva e anche il suo calore è debole si racconta di una leggenda per scaldar la sera fredda di fortuna e di imparzialità, e si dice di una talpa assassina e dispettosa che non conosceva limiti e pietà. Ed a quelli che incontrava un ritornello canticchiava per togliere imbarazzo alla perplessità: Scavo dentro ai tuoi segreti, scavo in fondo alle paure scavo nella terra buona e fertile. Scavo per cercar radici, grillitalpa ed i lombrichi la fortuna è cieca quasi quanto me. ma il lombrico per la terra è prezioso come l'oro e gli dei si preoccuparono. Diedero all’animale una moltiplicazione delle possibilità. Così se lo fanno a pezzi lui non perde la speranza, in ogni pezzo vita nuova ci sarà, e tutt’ora canta allegro un ritornello di risposta alla talpa che lo incontrerà: Scavo dentro ai tuoi segreti ed in fondo alla paura faccio diventar la terra fertile. Scavo fra le tue radici, talpe e topi son nemici ma la mia fortuna è poter rinascere.

about

Bestie è il quarto album di Leo Miglioranza. È composto da dodici canzoni in lingua italiana ed esce a distanza di nove anni dall’ultimo Il Dono.
Il tema principale dell’album Bestie è il ciclo della vita rappresentato dalle quattro stagioni.
Dodici favole in musica quanti sono i mesi dell’anno, in una scrittura che richiama alla mente le storie di Esopo o ancor più de la fattoria degli animali di Orwell, anche se quattro di esse sono ispirate ad altrettante storie del bosco antico di Mauro Corona che Leo leggeva ai suoi figli quando erano piccoli.
Attraverso i caratteri e le vicende umani, simboleggiati dagli animali e dalle loro storie, vengono affrontati i temi dell’alienazione, l’emarginazione, il pregiudizio, la solitudine, la trasformazione, la transitorietà dell’amore, la riconoscenza, la sconfitta e il riscatto e non da ultima, la forza inesorabile della natura.
La scrittura si rivolge ad un pubblico di tutte le età e, di conseguenza il registro risulta semplice e le metafore sempre facilmente riconducibili all’attualità e alla realtà quotidiana.
L’idea è nata dalla presa di coscienza del nostro tempo e delle sue contraddizioni e traversie comprensibili attraverso l’osservazione della natura e del suo corso.
Laddove l’uomo cerca di imporsi e di forzarla per il proprio profitto lei, prima o poi troverà rivalsa.
La consapevolezza di essere parte di essa (come animali, appunto), potrebbe diventare un buon principio per riconciliarci con lei e così trovare la sua e la nostra salvezza.

credits

released November 27, 2021

Testi e Musiche: Leo Miglioranza, eccetto Autunno (di Alberto Cendron).
Produzione artistica: Paolo Piovesan.
Produzione esecutiva: Leo Miglioranza e Paolo Piovesan.
Musicisti:
Leo: voce e chitarre acustiche.
Paolo Piovesan: arrangiamenti, basso, chitarra elettrica, synths, cori, batterie elettroniche.
Alberto Cendron: voce in Autunno.
Valentino Favotto: pianoforte ed arrangiamenti in Primavera e Il lombrico e la talpa.
Elisa Bortoluzzo: voce in Primavera e Baco da seta.
Marco Napoletano: armonica in I lupi, L’ultima volpe, Il merlo.
Angelo Michieletto: chitarre ne Il Gingko e la salamandra.
Fabio Baù: tromba in Mantide e Estate (la lucertola e il gatto).
Sara Righetto: doppia voce in La civetta.
Gianluca Segato: steel guitar in Baco da seta.

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about

leo miglioranza Italy

Leo Miglioranza è un cantautore italiano.
Nel 2004 pubblica Di me e di voi, seguito da "‘Ndemo xente", del 2009 e da "Il dono" del 2012. Ha vinto il premio VxL, una canzone per Amnesty,
sezione emergenti con Na coeomba
bianca.
Inoltre, la canzone Ndemo xente, vince il
premio Miglior Testo nell’edizione 2014
del premio Andrea Parodi, a Cagliari.
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